COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE DISCARICHE SOTTO SEQUESTRO E CICLO DEI RIFIUTI
Presidente di Commissione: Giacomo Giannarelli
Presidente di Commissione: Giacomo Giannarelli
Cambiare sistema e governance
Il piano regionale dei rifiuti scadrà nel 2020 e all’orizzonte non vi è alcuna prospettiva credibile. Gli obiettivi che la Regione Toscana si è data negli anni scorsi non sono stati raggiunti. Manca, in definitiva, un approccio virtuoso ed una governance efficiente. Scandali e molti ritardi evidenziati, in un sistema che deve cambiare. Per questo abbiamo voluto come M5S attivare una Commissione d’Inchiesta regionale sui rifiuti in Toscana. Un lavoro durato quasi un anno da Luglio 2018 a Maggio 2019 che si è concluso con numerose proposte per cambiare il sistema rifiuti in Toscana.
Intercettazioni sconvolgenti
“Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano i bambini. Non mi importa che i bambini si sentano male. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti”
Questa l’orribile intercettazione emersa dell’indagine della Dda di firenze e dai Carabinieri forestali, che portò al sequestro della Lonzi Srl e Rari Srl di Livorno.
Frasi orribili che generano sconcerto, sdegno e rabbia e che ci hanno motivato ad attivare questa Commissione d’inchiesta.
Approfondisci leggendo la relazione conclusiva della Commissione d’Inchiesta
Visita la pagina della Regione Toscana e approfondisci i dati attraverso la documentazione prodotta in Commissione per gli anni 2018-2019
Un nuovo piano regionale dei rifiuti si può elaborare solo dopo aver ben chiaro qual è il modello di governance di riferimento. La commissione chiede di:
Il piano regionale dei rifiuti scade nel 2020. E a seguito della prima audizione di alti funzionari regionali del settore rifiuti abbiamo scoperto che un nuovo piano va elaborato per non incorrere in inadempienze europee. Predisporre un nuovo piano regionale dei rifiuti necessita dai 18 ai 24 mesi di lavoro.
Come MoVimento 5 Stelle esprimiamo grande preoccupazione per i ritardi accumulati che creano una grande incertezza. Un nuovo piano si può elaborare solo dopo aver ben chiaro qual è il modello di governance di riferimento.
Un unico Ato o più Ato? Quale dimensione per gli ambiti di spazzamento/raccolta e di smaltimento? A oggi l’indirizzo non è chiaro, da un lato c’è una legge regionale che ha diviso la regione in tre ambiti e dall’altro ci sono atti di pianificazione che parlano di un unico ambito regionale. Dalla commissione d’inchiesta è emersa un’indicazione condivisa: sollecitare la Giunta regionale nel ridefinire il modello di governance e procedere al dimensionamento degli Ato con un approccio che tenga conto sia degli aspetti economico finanziari, sia di quelli ambientali e di controllo del sistema da parte dei territori. Noi come M5S abbiamo le idee chiare e riteniamo che ci debba essere un unico ambito regionale di smaltimento e tanti piccoli ambiti di raccolta e spazzamento.
Un altro importante risultato, scritto nero su bianco, è quello di chiedere un nuovo piano regionale finalmente orientato a una vera economia circolare, come da sempre richiesto dal MoVimento 5 Stelle.
Un piano che rientri nel quadro normativo europeo, cioè rispettoso di una gerarchia dello smaltimento dei rifiuti che prevede al primo posto la riduzione del quantitativo di rifiuti, l’implementazione della raccolta differenziata porta a porta, il sostegno del settore del riuso e l’incremento del livello di riciclo effettivo dei materiali.
Tale punto d’indirizzo è necessario perché ancora oggi in Toscana si fa un eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica. E analizzando i dati Ispra, rileviamo un dimensionamento impiantistico non coerente con gli indirizzi europei e con il fabbisogno reale. Oggi la regione è molto lontana dagli obiettivi che lei stessa si è data con il piano regionale rifiuti attualmente in vigore. Cito alcuni dati:
Sono necessari investimenti per raggiungere gli obiettivi europei, soprattutto nella raccolta differenziata porta a porta. Un altro risultato importante della Commissione d’inchiesta è quello di premiare i comportamenti virtuosi tramite una tariffazione puntuale:i toscani dovrebbero pagare per quanti rifiuti indifferenziati producono e non semplicemente in base ai metri quadrati dell’abitazione. Anche su questo punto sono molto soddisfatto perché è una storica battaglia del MoVimento 5 Stelle.
In Italia ci sono circa 30 procedimenti penali verso gestori di discariche, società di raccolta e di produzione di rifiuti, nonché di società incaricate di effettuare le analisi chimiche dei rifiuti per reati connessi al trattamento di rifiuti pericolosi.
Le contestazioni riguardano rifiuti che sarebbero potuti essere classificati come pericolosi o non pericolosi attraverso codici speculari o “codici a specchio”, e rifiuti che sono stati classificati e trattati come non pericolosi in base ad analisi chimiche non esaustive e parziali.
La Corte di giustizia dell’Unione europea _ con la sentenza del 28 marzo 2019 _ si è espressa dicendo che in caso le analisi non sciolgano dubbi i rifiuti con “codici a specchio” devono comunque essere indicati come pericolosi, in nome del principio di precauzione. Alla luce di tale sentenza riteniamo necessario impegnare la Giunta regionale a sollecitare i legislatori nazionali ed europei affinché provvedano a superare l’incertezza normativa relativa ai cosiddetti “codici a specchio”, con una uniforme e chiara classificazione.
In base al criterio di assimilabilità, i comuni definiscono la natura giuridica del rifiuto; lo stesso rifiuto cambia natura giuridica a seconda che sia prodotto da un’utenza domestica (in questo caso si tratta di rifiuto urbano) o da un’utenza non domestica, come un museo, un ufficio o un laboratorio artigianale (in questo secondo caso è classificato come speciale).
Ogni municipio adotta criteri diversi e l’assenza di un quadro normativo omogeneo ha implicazioni per le dotazioni impiantistiche e per la pianificazione dell’intero ciclo dei rifiuti, andando a impattare sull’equilibrio tra il ruolo del pubblico e del privato, e sui bilanci dei comuni, ricadendo inevitabilmente sui bilanci di imprese e famiglie.
Con riferimento ai criteri di assimilabilità dei rifiuti speciali a quelli urbani, per assicurare criteri uniformi su tutto il territorio nazionale, invitiamo gli organi competenti all’approvazione di un apposito decreto che recepisca gli indirizzi europei che definiscono i criteri qualitativi e qualitativi che i municipi dovranno seguire per aggiornare la definizione dei rifiuti assimilati agli urbani In Italia alcune regioni hanno emanato linee guida in base alle specificità del territorio. Ad oggi la Toscana, a differenza di altre regioni, non ha emanato linee guida per i comuni.
La legge del 1° dicembre 2018, la numero 132, ha introdotto l’obbligo in capo ai gestori d’impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti – esistenti o di nuova costruzione – della predisposizione di apposito piano di emergenza interna (Pei), allo scopo di:
a. Controllare e circoscrivere gli incidenti;
b. Mettere in atto le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze d’incidenti rilevanti;
c. Informare adeguatamente i lavoratori e i servizi di emergenza e le autorità locali competenti;
d. Provvedere al ripristino e al disinquinamento dell’ambiente dopo un incidente rilevante.
La Circolare numero 2730 del 13 febbraio 2019, del Ministero dell’Ambiente guidato da Sergio Costa ha fornito ulteriori indicazioni operative. Concordiamo nel sollecitare la Giunta regionale a inserire nelle autorizzazioni precise indicazioni circa i dispositivi di anti-incendio e anti-intrusione, in linea con quanto previsto dalla legge numero 132/2018 e dalla circolare 2730/2019.
Riteniamo necessario invitare la Giunta regionale ad aprire un tavolo istituzionale tra Regione Toscana, Arma dei Carabinieri, Arpat e Asl per sottoscrivere un protocollo d’intesa che rafforzi le interazioni tra i vari organismi e assicuri una sempre più alta tutela rispetto ai reati ambientali.
In Toscana, con Licio Gelli, è nata l’ecomafia. E in Toscana devono nascere gli anticorpi per sconfiggere questo fenomeno.
Abbiamo raccolto diversi contributi che ricostruiscono una storica presenza delle infiltrazioni della criminalità organizzata, facilitata da alcune sfere deviate di potere, associazioni segrete, fatti che attestano anche la reazione delle forze dell’ordine e la diffusa cultura alla legalità dei Toscani.
Un altro punto di convergenza di cui vado veramente orgoglioso datoil numero di atti che ho presentato, inclusa una proposta di legge, è il tema dei distretti per l’economia circolare e della diffusione delle buone pratiche.
Chiediamo alla Giunta regionale di attivarsi in tutti i luoghi istituzionali per procedere alla definizione della normativa sul tema dell’End of Waste (EoW), elemento di imprescindibile valore nella transizione verso un’economia realmente circolare.
Nessun governo del passato ha dato risposte concrete alle esigenze dei nostri distretti produttivi: penso ad esempio al distretto tessile e cartario. Auspichiamo che queste risposte arrivino da questa legislatura nazionale.
Concordiamo nel ritenere che l’economia circolare possa rappresentare la risposta alla crisi occupazionale della nostra regione. Questo genere di economia rappresenta già oggi un settore che vale 88 miliardi di fatturato e 22 miliardi di valore
Il 10 dicembre 2018 è stato presentato a Roma il rapporto annuale Ispra sui rifiuti solidi urbani.
La Toscana ancora una volta viene bocciata. Nel 2017, la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta su 29,6 milioni di tonnellate, facendo rilevare una riduzione dell’1,7% rispetto al 2016 (-524 mila tonnellate). Focalizzandosi sulla regione Toscana, si scopre che la diminuzione della produzione di rifiuti è più marcata: -2,7% nel 2017, attestandosi su 2,2 milioni di tonnellate.
La Toscana però con il 53,9% di percentuale di Raccolta Differenziata è ancora al di sotto della media nazionale (56%) e lontana dall’obiettivo 65% di raccolta differenziata previsto dalla normativa al 2012.
La regione con la maggiore produzione pro capite di rifiuti urbani è l’Emilia- Romagna, 642 kg per abitante anno (1,7% in meno rispetto al 2016), seguita dalla Toscana, 600 kg procapite. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, nel 2017, la regione con la più alta percentuale si è confermata il Veneto, con il 73,65%.
Dal rapporto sui rifiuti speciali, anch’esso di recente pubblicato da Ispra, si apprende che nel 2016 la produzione totale di rifiuti speciali ha raggiunto quasi 135,1 milioni di tonnellate, di cui 9,6 milioni costituiti da rifiuti speciali pericolosi. Tra il 2015-2016 si rileva un aumento della produzione totale di rifiuti speciali pari al 2%, corrispondente a circa 2,7 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda la Toscana, nel 2016 la produzione regionale di rifiuti speciali, secondo ISPRA, si attesta a 10,5 milioni di tonnellate, trattati da impianti obsoleti, con necessità di frequenti interventi di manutenzione, non sempre sufficienti a una corretta gestione dei rifiuti.
Spicca innanzitutto la carenza di impianti dedicati alla gestione intermedia del ciclo dei rifiuti (biodigestori); gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) presenti vanno rinnovati.
Le sollecitazioni al Ministero
A seguito della Commissione d’inchiesta, il lavoro è proseguito con un incontro con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa.
Ho posto alla sua attenzione le bonifiche degli ex siti industriali di Massa Carrara, Livorno, Piombino e Orbetello che da anni procedono a rilento. Dal primo gennaio 2020 il Ministro Costa ha attivato la nuova direzione generale bonifiche per accelerare le bonifiche attese in tutta Italia.
Il Ministro ha annunciato la disponibilità all’accordo di programma per la bonifica del Sin (sito di inquinamento nazionale) di Livorno e all’accordo con Eni per procedere alle bonifiche dei siti inquinanti di loro competenza.
A Massa Carrara occorre invece calibrare i progetti di bonifica in funzione degli esiti delle analisi degli inquinanti nelle falde e nel terreno. A Piombino urge la nomina di un nuovo commissario essendo l’incarico di Enrico Rossi scaduto da tempo. A Orbetello la risoluzione dei problemi ambientali grazie alla nuova direzione generale
Il Ministro ha dato anche una notizia che gli imprenditori del distretto cartario di Lucca attendono da tempo: L’Istituto Superiore Sanità e l’Ispra hanno dato parere favorevole al riciclo dello scarto di pulper da cartiera, misura contenuta nel decreto End of Waste.
E gli ho strappato una promessa: verrà in Toscana a visitare le Apuane, nonostante la competenza cave sia esclusivamente della Regione Toscana.
Un lavoro di squadra
E’ stato un lavoro molto impegnativo e reso possibile grazie alla collaborazione dei nostri consiglieri comunali e dei nostri parlamentari della commissione d’inchiesta nazionale. Con i nostri portavoce locali in questi anni abbiamo lavorato molto sulle tematiche ambientali, infrastrutturali, energetiche, occupazionali e a loro va il mio più grande ringraziamento.
Un ringraziamento speciale va al mio infaticabile staff ed in particolare a Daniele Palitta, capo segreteria M5S Toscana, a Donella Bonciani, avvocato e attivista M5S, per le sue preziose competenze, e a Renato Scalia, ex capo ispettore D.I.A., per la parte sugli Eco reati e per la lotta all’infiltrazione della criminalità organizzata in Toscana.