ISTITUZIONE DEL REDDITO ENERGETICO REGIONALE TOSCANO
SINTESI PROPOSTA DI LEGGE
Data di presentazione: 23 Luglio 2019
Primo firmatario: Giacomo Giannarelli
La proposta demanda ad un regolamento di attuazione le modalità di regolamentazione e di accesso al Reddito energetico.
Un ulteriore passaggio dal fotovoltaico di comunità al fotovoltaico sociale, trasformandosi in una Strategia Energetica di medio-lungo periodo, che porterà l’Italia verso un modello di generazione distribuita, dando un decisivo impulso alla transizione energetica attivata dalle energie rinnovabili.
In particolare, si precisa che i criteri di selezione dei beneficiari devono favorire in via prioritaria, per le utenze domestiche, i nuclei familiari in stato di indigenza, quelli più numerosi e le giovani coppie. Invece, per le utenze condominiali saranno previsti specifici punteggi sulla base, ad esempio, del numero di unità abitative ad uso residenziale presenti nel condominio.
Si prevede a favore dei beneficiari un contributo a fondo perduto fino ad un massimo di 5.000,00 euro, per ciascun intervento di acquisto e installazione di impianti fotovoltaici. Per le richieste di contributo a favore delle utenze condominiali è possibile prevedere sistemi di accumulo, in questo caso il contributo massimo è elevato a 7.500,00 euro.
I servizi di telecontrollo e la raccolta dei dati di produzione e consumo sono acquisiti da parte della Sezione Infrastrutture Energetiche e Digitali della Regione mediante procedure ad evidenza pubblica e con oneri a carico della Regione.
Al tal fine, il soggetto richiedente dovrà dichiarare di consentire il libero accesso all’impianto al personale della Regione Toscana o da essa delegato. Relativamente alla manutenzione degli impianti, per evitare costi dell’utenza si sta prevedendo la possibilità di finanziare anche una copertura assicurativa ventennale che copra ogni rischio o guasto. E’, inoltre, prevista una garanzia minima decennale su inverter e moduli.
Per quanto riguarda lo smaltimento degli impianti a fine vita, i moduli fotovoltaici domestici devono essere trasportati presso un apposito Centro di Raccolta Autorizzato RAEE. I pannelli domestici nello specifico possono essere conferiti presso gli Ecocentri del proprio comune, purché questi siano autorizzati a raccogliere i dispositivi elencati nel raggruppamento R4.
Per i titolari di un impianto domestico la procedura di smaltimento dei pannelli RAEE presso i centri di raccolta è completamente gratuita. Il costo dell’intera procedura di smaltimento risulta infatti ad esclusivo carico dei produttori.
Il proprietario dell’impianto fotovoltaico dovrà compilare l’apposita Dichiarazione di Avvenuta Consegna e farla firmare dal responsabile del Centro di Raccolta Autorizzato. Successivamente, tale dichiarazione va inviata al GSE entro 6 mesi dall’avvenuto conferimento dei RAEE. Tale procedura si rende necessaria per riavere la cauzione trattenuta in caso di impianto regolato con il Conto Energia. Si tratta di un progetto win-win, ossia ci guadagnano tutti: lo Stato che introduce una forte misura di contrasto ai cambiamenti climatici e riduce le proprie spese sanitarie per i danni causati dall’inquinamento (nonché nel medio-lungo periodo ottiene enormi utili economici nell’ordine di miliardi di euro); i cittadini e le aziende che ottengono una riduzione delle bollette grazie all’energia autoconsumata dagli impianti fotovoltaici installati sui loro tetti e alla discesa delle componente A3 (componente che fino ad oggi aveva arricchito soprattutto lobby e speculatori).
Grazie al Reddito Energetico crescerà il PIL “buono” e aumenteranno in misura significativa i posti di lavoro nel settore della Green Economy. Una parte della ricchezza economica ed energetica (che oggi è tutta concentrata nelle mani delle multinazionali) sarà distribuita a vantaggio di tutta la popolazione italiana.
Inoltre, nel caso in cui lo Stato non fosse disposto ad investire in proprio, potrebbe finanziare il tutto spalmando l’investimento sulla componente A3 delle bollette che è prevista in forte discesa nei prossimi anni. In questo caso non ci sarebbe nessun onere per lo Stato (né in ingresso né uscita) e sarebbero gli stessi cittadini con le loro bollette a finanziare il progetto.