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In questi 5 anni ho visitato tutti i porti della toscana, sia quelli di competenza nazionale come Marina di Carrara, Livorno e Piombino sia i 4 porti di competenza regionale Viareggio, Porto Santo Stefano, Isola del Giglio e Marina di Campo.

Viareggio è sede dell’autorità portuale regionale che ha competenza sui 4 porti e oggi insieme a Roberto Baccelli candidato a Sindaco di Viareggio e Paolo Pescucci Candidato Portavoce M5S Regione Toscana 2020 nel collegio di Lucca, abbiamo incontrato il Presidente dell’autorità regionale portuale per un focus sul porto di Viareggio.

A Maggio è stato approvato il piano di attività anno 2020/2023 e sebbene sia stata completata l’opera grezza della banchina commerciale nel dicembre 2019, l’intervento, a distanza di molti anni, non ha ancora le opere di completamento che permetterebbero un pieno utilizzo della stessa. Purtroppo è ancora in corso il progetto definitivo del sabbiadotto e ogni anno spendiamo circa 500.000 € per opere di dragaggio per rimuovere circa 100.000 mc di sabbia per il problema dei fondali. Per questo motivo non si riescono a fare nemmeno le carte nautiche!!! La politica deve scegliere che progetto di area vasta sostenere. Se l’obiettivo è la ricerca di un equilibrio tra l’attività del porto che ha più di 200 concessioni ed è sede dei principali cantieri nautici del mondo, e l’esistenza e salvaguardia delle spiagge, allora ogni intervento, incluso l’eventuale scogliera aggiuntiva, deve guardare tanto al dragaggio quanto alla lotta contro l’erosione costiera. Solo sostenendo il M5S votando Irene Galletti e Roberto Baccelli Sindaco di Viareggio possiamo raggiungere questi risultati. Noi vogliamo un porto certificato che garantisca la nautica da diporto. Chiediamo interventi per risolvere il problema dell’insabbiamento dei fondali e soluzioni contro l’erosione costiera delle spiagge. Abbiamo parlato anche della necessità di sostenere l’ecodragaggio come sistema innovativo che, in determinate circostanze, può essere la soluzione per i problemi ambientali ed economici.

rptnb

Da oggi è on line il sito giacomogiannarelli.it
Uno strumento, a sostegno del MoVimento 5 Stelle, che ci accompagnerà in questo viaggio per lasciare un importante testimonianza del lavoro svolto fino ad ora ed una, spero, grande eredità politica a chi verrà. 

Non avevo mai pensato prima di creare questo spazio personale, concentrato come ero nel lavoro e nel dare credibilità e visibilità al MoVimento 5 Stelle Toscana tutto, che nel 2015 era entrato per la prima volta in Consiglio Regionale della Toscana. 
I pochi spazi di visibilità sono stati conquistati duramente, con sudore, grazie alle attività delle 2 commissioni d’inchiesta o alle iniziative come l’Eco Impresa Tour, i sopralluoghi sui territori, le denunce o le proposte nelle istituzioni. 

Questa esperienza in Regione sta per volgere alla fine, mi sono fermato, mi sono guardato indietro e mi sono reso conto dell’ enorme lavoro svolto: per questo motivo ho deciso di documentarlo e farlo conoscere il più possibile. Nel blog troverete per ora pochi articoli, una minima parte di quanto scritto in questi anni. Documentare tutto sarà forse impossibile, ma aggiungerò gradualmente gli articoli più significativi sui diversi temi trattati e le posizioni politiche che abbiamo difeso.

Scopritelo, leggetelo, condividetelo, diffondetelo, fatemi sapere cosa ne pensate; cercate la vostra storia tra le mie. 
Abbiamo fatto tanta strada insieme e tanta ne faremo ancora. 

Guardate l’intervento a RTV38. Ho parlato di lavoro, sviluppo economico, economia circolare, infrastrutture del territorio toscano, vi invito a seguire questo video.

 

600 chilometri di costa Toscana sono a rischio. Più di 200 milioni di risorse pubbliche sono state spese senza risultati. Questo è l’ennesimo fallimento di una politica regionale non attenta alle grandi sfide ambientali che hanno un effetto diretto sulle casse pubbliche e sulle imprese. Sebbene, anche grazie al nostro sollecito, la giunta regionale abbia finanziato tutti gli interventi dell’ultimo anno, siamo di fronte a interventi finanziari non risolutivi (anche se importanti per ripristinare alcuni tratti di costa).

Grazie a noi l’attenzione è rimasta alta ma dobbiamo fare di più e meglio. Ad oggi sono stati finanziati gli interventi di urgenza; penso che siano buchi nella sabbia che curano gli effetti ma non rimuovono la cause.

In questi 5 anni mi sono battuto anche per il problema dell’erosione costiera, naturale ed indotta. Ho presentato molti atti, anche per non peggiorare la situazione , ho partecipato ad eventi e convegni ma, sopratutto, ho fatto diversi sopralluoghi in tutta la regione. Bisogna vedere con i propri occhi per comprendere e rendersi conto della gravità della situazione. Studio, ascolto dei cittadini, degli esperti, confronto con aziende e conoscenza diretta per deliberare nel miglior modo possibile, questo dovrebbe essere il buon metodo della politica.

Mani pulite ma scarpe sporche

Un giorno vi racconterò qualche aneddoto sulle scarpe sporche dopo visite agli impianti di gestione dei rifiuti, sulle spiagge, in cave minerarie per il problema Tallio ecc… Torniamo al tema. Oggi è stata resa pubblica una ricerca che rivela dati impressionanti. In circa 50 anni l’Italia ha perso dai 35 ai 40 milioni di metri quadri di coste, spiagge e arenili, un danno al sistema Paese che si aggira sui 45 miliardi di euro. Lo rileva una ricerca svolta da BlueMonitorLab, il centro studi sulla Blue Economy in Italia (quella sull’economia del mare), sulla base dei dati e degli studi elaborati dalla start up Corema Spiagge. Effettuando una proiezione sui prossimi dieci anni, il fenomeno erosivo è destinato ad accelerare in modo esponenziale. Il ridotto apporto dei sedimenti al mare e l’irrigidimento dei litorali hanno determinato negli ultimi decenni importanti e preoccupanti cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità degli arenili, a cui consegue un progressivo arretramento delle spiagge fino a minacciare la sicurezza di abitati e infrastrutture.

Gli effetti più eclatanti si osservano soprattutto dopo il manifestarsi di mareggiate, che sono di per sé fenomeni potenti, ma che dimostrano anche come sia aumentata la vulnerabilità del sistema sedimentario costiero. Infatti, su molti tratti, ormai basta un singolo evento per provocare decine di metri di arretramento della linea di riva.

Ci sono alcune notizie positive però: con il nuovo decreto semplificazioni verranno semplificate le procedure in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, inclusi gli interventi contro l’erosione costiera e il Ministro Sergio Costa ha anche avviato il piano contro l’erosione costiera, l’osservatorio nazionale e destinato nuove risorse. Nonostante, i mille ostacoli, la tecnologia sull’eco-dragaggio sta prendendo piede grazie anche all’investimento statale. Ora la partita è da giocare insieme alle Regioni, dobbiamo ”spingere” affinchè questo tema diventi centrale tutto l’anno e non solo nella stagione delle mareggiate. Non molliamo.

Ebbene, 600 chilometri di costa Toscana sono a rischio. Più di 200 milioni di risorse pubbliche sono state spese senza risultati.

Questo è l’ennesimo fallimento di una politica regionale non attenta alle grandi sfide ambientali che hanno un effetto diretto sulle casse pubbliche e sulle imprese.

Sebbene, anche grazie al nostro sollecito, la giunta regionale abbia finanziato tutti gli interventi dell’ultimo anno, siamo di fronte a interventi finanziari non risolutivi (anche se importanti per ripristinare alcuni tratti di costa). Grazie a noi l’attenzione è rimasta alta ma dobbiamo fare di più e meglio. Ad oggi sono stati finanziati gli interventi di urgenza; penso che siano buchi nella sabbia che curano gli effetti ma non rimuovono la cause. In questi 5 anni mi sono battuto anche per il problema dell’erosione costiera, naturale ed indotta. Ho presentato molti atti, anche per non peggiorare la situazione , ho partecipato ad eventi e convegni ma, sopratutto, ho fatto diversi sopralluoghi in tutta la regione.Bisogna vedere con i propri occhi per comprendere e rendersi conto della gravità della situazione. Studio, ascolto dei cittadini, degli esperti, confronto con aziende e conoscenza diretta per deliberare nel miglior modo possibile, questo dovrebbe essere il buon metodo della politica. MANI PULITE MA SCARPE SPORCHE

Un giorno vi racconterò qualche aneddoto sulle scarpe sporche dopo visite agli impianti di gestione dei rifiuti, sulle spiagge, in cave minerarie per il problema Tallio ecc…

Torniamo al tema. Oggi è stata resa pubblica una ricerca che rivela dati impressionanti. In circa 50 anni l’Italia ha perso dai 35 ai 40 milioni di metri quadri di coste, spiagge e arenili, un danno al sistema Paese che si aggira sui 45 miliardi di euro. Lo rileva una ricerca svolta da BlueMonitorLab, il centro studi sulla Blue Economy in Italia (quella sull’economia del mare), sulla base dei dati e degli studi elaborati dalla start up Corema Spiagge.Effettuando una proiezione sui prossimi dieci anni, il fenomeno erosivo è destinato ad accelerare in modo esponenziale.Il ridotto apporto dei sedimenti al mare e l’irrigidimento dei litorali hanno determinato negli ultimi decenni importanti e preoccupanti cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità degli arenili, a cui consegue un progressivo arretramento delle spiagge fino a minacciare la sicurezza di abitati e infrastrutture. Gli effetti più eclatanti si osservano soprattutto dopo il manifestarsi di mareggiate, che sono di per sé fenomeni potenti, ma che dimostrano anche come sia aumentata la vulnerabilità del sistema sedimentario costiero. Infatti, su molti tratti, ormai basta un singolo evento per provocare decine di metri di arretramento della linea di riva. Ci sono alcune notizie positive però: con il nuovo decreto semplificazioni verranno semplificate le procedure in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, inclusi gli interventi contro l’erosione costiera e il Ministro Sergio Costa ha anche avviato il piano contro l’erosione costiera, l’osservatorio nazionale e destinato nuove risorse. Nonostante, i mille ostacoli, la tecnologia sull eco-dragaggio sta prendendo piede grazie anche all’investimento statale.Ora la partita è da giocare insieme alle Regioni, dobbiamo ”spingere” affinchè questo tema diventi centrale tutto l’anno e non solo nella stagione delle mareggiate. Non molliamo.

In merito alle indagini della procura di Lucca sull’affidamento a procedura diretta di lavori pubblici nel territorio di Vagli di Sotto (Lucca), sono intervenuto con questa nota.

Occorre fare piena luce sui lavori pubblici che, come apprendo dai giornali, sarebbero stati avviati anche esagerando la gravità di alcune emergenze naturali.

Leggo, inoltre, che gli investigatori hanno perquisito anche la sede dell’ente Parco delle Alpi Apuane così come l’abitazione del presidente del Parco. Tra i tanti indagati, oltre a diversi amministratori locali, risulterebbe anche un imprenditore del marmo di Massa, noto per essere proprietario di Cava Romana all’interno del Parco delle Alpi Apuane, dove viene estratto il pregiato marmo ‘Bianco P’.

In questo contesto, ed in attesa che le indagini facciano il loro corso, occorre commissariare il Parco delle Apuane. L’area è da troppi anni solo oggetto di sfruttamento. Ancora oggi la situazione sulle Alpi Apuane sembra essere quella precedente all’approvazione definitiva dell’integrazione al piano paesaggistico regionale, che raffigura un vero strumento di tutela per i nostri paesaggi ed i nostri ambienti.