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In questi giorni abbiamo portato avanti una serie di incontri a sostegno di Irene Galletti e dei candidati del collegio provinciale di Grosseto Luca Giacomelli e Daniela Castiglione.

Abbiamo incontrato il mondo degli agricoltori, degli agriturismi, la più importante realtà imprenditoriale di Castel del Piano e una MERAVIGLIOSA realtà di ricerca/sviluppo e trasferimento tecnologico della Maremma.

Con Confagricoltura e la Cia, che ringrazio per la disponibilità, abbiamo affrontato il problema dei bandi PIF che non sono ancora stati liquidati per intero, degli enormi problemi dei bandi regionali e della necessità di introdurre un prezzario regionale standard. La riforma dei bandi per renderli chiari, efficaci e veloci è una priorità. Come m5s condividiamo la necessità di intervenire sulla messa in sicurezza delle infrastrutture con particolare attenzione alla rimozione degli incroci a raso della Tirrenica e sulla necessità di elettrificazione dei collegamenti ferroviari. Nonostante le numerose esondazioni, rimangono irrisolti i problemi del Ponte dell’albegna e della sua sicurezza idraulica! La messa in sicurezza del territorio é una delle nostre priorità, Si alla manutenzione e alle piccole infrastrutture utili, No alle grandi opere inutili e dannose. Il settore degli Agriturismi, Florovivaismo e Vitivinicolo ha sofferto molto il lockdown e merita particolari attenzioni. La Maremma è anche tecnologica ed è per questo motivo che abbiamo visitato CERTEMA.CERTEMA è un progetto imprenditoriale privato che riunisce in un’unica struttura diversi ambiti industriali complementari (meccanica di precisione, costruzioni meccaniche, laser sinterizzazione (additive manufacturing), automazione, misura e analisi). Questa capacità industriale di riunire vari processi in un unico stabilimento, rende CERTEMA un sistema di servizi tecnologici unico e flessibile nel centro Italia.

Abbiamo bisogno di mettere in rete i poli tecnologici toscani e i centri di ricerca e sviluppo affinché siano un reale supporto all’innovazione per le imprese del territorio. A Castel del Piano abbiamo raccolto le criticità di chi vive e lavora per il territorio come la storica azienda dolciaria Corsini nata nel 1921; 100 anni di lotta contro chi ha permesso che ancora oggi, nel 2020, non ci sia un infrastruttura digitale nelle aree periferiche della regione. Non è facile fare impresa nelle aree periferiche della Toscana come a Casteldelpiano, che tra i boschi e il verde del Monte Amiata, domina dall’alto la Maremma Toscana ma è rimasta una terra abbandonata a se stessa! Il Movimento 5 Stelle é sempre stato a fianco delle aree periferiche con proposte per promuovere lo sviluppo, evitare lo spopolamento e contrastare la politica firenze – centrica. Digitalizzazione, messa in sicurezza del territorio, manutenzione delle strade, salvaguardia dei presidi ospedalieri sono alcune delle risposte non più rimandabili.

rptnb

Da oggi è on line il sito giacomogiannarelli.it
Uno strumento, a sostegno del MoVimento 5 Stelle, che ci accompagnerà in questo viaggio per lasciare un importante testimonianza del lavoro svolto fino ad ora ed una, spero, grande eredità politica a chi verrà. 

Non avevo mai pensato prima di creare questo spazio personale, concentrato come ero nel lavoro e nel dare credibilità e visibilità al MoVimento 5 Stelle Toscana tutto, che nel 2015 era entrato per la prima volta in Consiglio Regionale della Toscana. 
I pochi spazi di visibilità sono stati conquistati duramente, con sudore, grazie alle attività delle 2 commissioni d’inchiesta o alle iniziative come l’Eco Impresa Tour, i sopralluoghi sui territori, le denunce o le proposte nelle istituzioni. 

Questa esperienza in Regione sta per volgere alla fine, mi sono fermato, mi sono guardato indietro e mi sono reso conto dell’ enorme lavoro svolto: per questo motivo ho deciso di documentarlo e farlo conoscere il più possibile. Nel blog troverete per ora pochi articoli, una minima parte di quanto scritto in questi anni. Documentare tutto sarà forse impossibile, ma aggiungerò gradualmente gli articoli più significativi sui diversi temi trattati e le posizioni politiche che abbiamo difeso.

Scopritelo, leggetelo, condividetelo, diffondetelo, fatemi sapere cosa ne pensate; cercate la vostra storia tra le mie. 
Abbiamo fatto tanta strada insieme e tanta ne faremo ancora. 

Guardate l’intervento a RTV38. Ho parlato di lavoro, sviluppo economico, economia circolare, infrastrutture del territorio toscano, vi invito a seguire questo video.

 

600 chilometri di costa Toscana sono a rischio. Più di 200 milioni di risorse pubbliche sono state spese senza risultati. Questo è l’ennesimo fallimento di una politica regionale non attenta alle grandi sfide ambientali che hanno un effetto diretto sulle casse pubbliche e sulle imprese. Sebbene, anche grazie al nostro sollecito, la giunta regionale abbia finanziato tutti gli interventi dell’ultimo anno, siamo di fronte a interventi finanziari non risolutivi (anche se importanti per ripristinare alcuni tratti di costa).

Grazie a noi l’attenzione è rimasta alta ma dobbiamo fare di più e meglio. Ad oggi sono stati finanziati gli interventi di urgenza; penso che siano buchi nella sabbia che curano gli effetti ma non rimuovono la cause.

In questi 5 anni mi sono battuto anche per il problema dell’erosione costiera, naturale ed indotta. Ho presentato molti atti, anche per non peggiorare la situazione , ho partecipato ad eventi e convegni ma, sopratutto, ho fatto diversi sopralluoghi in tutta la regione. Bisogna vedere con i propri occhi per comprendere e rendersi conto della gravità della situazione. Studio, ascolto dei cittadini, degli esperti, confronto con aziende e conoscenza diretta per deliberare nel miglior modo possibile, questo dovrebbe essere il buon metodo della politica.

Mani pulite ma scarpe sporche

Un giorno vi racconterò qualche aneddoto sulle scarpe sporche dopo visite agli impianti di gestione dei rifiuti, sulle spiagge, in cave minerarie per il problema Tallio ecc… Torniamo al tema. Oggi è stata resa pubblica una ricerca che rivela dati impressionanti. In circa 50 anni l’Italia ha perso dai 35 ai 40 milioni di metri quadri di coste, spiagge e arenili, un danno al sistema Paese che si aggira sui 45 miliardi di euro. Lo rileva una ricerca svolta da BlueMonitorLab, il centro studi sulla Blue Economy in Italia (quella sull’economia del mare), sulla base dei dati e degli studi elaborati dalla start up Corema Spiagge. Effettuando una proiezione sui prossimi dieci anni, il fenomeno erosivo è destinato ad accelerare in modo esponenziale. Il ridotto apporto dei sedimenti al mare e l’irrigidimento dei litorali hanno determinato negli ultimi decenni importanti e preoccupanti cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità degli arenili, a cui consegue un progressivo arretramento delle spiagge fino a minacciare la sicurezza di abitati e infrastrutture.

Gli effetti più eclatanti si osservano soprattutto dopo il manifestarsi di mareggiate, che sono di per sé fenomeni potenti, ma che dimostrano anche come sia aumentata la vulnerabilità del sistema sedimentario costiero. Infatti, su molti tratti, ormai basta un singolo evento per provocare decine di metri di arretramento della linea di riva.

Ci sono alcune notizie positive però: con il nuovo decreto semplificazioni verranno semplificate le procedure in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, inclusi gli interventi contro l’erosione costiera e il Ministro Sergio Costa ha anche avviato il piano contro l’erosione costiera, l’osservatorio nazionale e destinato nuove risorse. Nonostante, i mille ostacoli, la tecnologia sull’eco-dragaggio sta prendendo piede grazie anche all’investimento statale. Ora la partita è da giocare insieme alle Regioni, dobbiamo ”spingere” affinchè questo tema diventi centrale tutto l’anno e non solo nella stagione delle mareggiate. Non molliamo.

Finalmente, dopo 5 anni dalla dispersione nel golfo di Follonica di 56 ecoballe di rifiuti, che trasportate dalla corrente si stanno sfaldando, siamo riusciti a ottenere, grazie a un costante lavoro che abbiamo portato avanti insieme ai territori, la dichiarazione dello stato di emergenza, votato in questo momento in Consiglio dei Ministri. 

Durerà sei mesi. Tutto è avvenuto nel 2015, quando un’imbarcazione ha “liberato” in mare parte del carico di materiali plastici. Nel 2018 il ministro aveva trovato una situazione completamente bloccata. 

Aveva nominato un commissario di governo, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che insieme con la generosità del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha portato avanti un lavoro eccezionale, individuando le ecoballe sui fondali, mappandole, e portando agli occhi di tutti la prova dell’estrema pericolosità della situazione. 

Se quelle ecoballe dovessero sfaldarsi diffondendo 60 tonnellate di plastica, inquinerebbero aree protette, coste bellissime, un mare ricco di biodiversità. Caligiore ha lavorato in condizioni difficili e ci ha aiutato a capire quanto la situazione fosse grave. Finalmente dopo mesi di interlocuzioni tecniche la Protezione civile ha portato in Consiglio dei ministri la richiesta di stato di emergenza che abbiamo tutti votato stasera. Questo passaggio potrà rendere più veloce il lavoro di rimozione di queste ecoballe che sarà curato dalla Protezione civile insieme alle strutture tecniche del Ministero dell’Ambiente per la loro specifica competenza. Bisogna fare presto. È una lotta contro il tempo. Grazie a tutti i cittadini e consiglieri comunali per le segnalazioni e per il lavoro di squadra che ci ha portato a presentare diversi atti in regione e ad avviare diverse interlocuzioni con il ministero. Avanti tutta.

Ebbene, 600 chilometri di costa Toscana sono a rischio. Più di 200 milioni di risorse pubbliche sono state spese senza risultati.

Questo è l’ennesimo fallimento di una politica regionale non attenta alle grandi sfide ambientali che hanno un effetto diretto sulle casse pubbliche e sulle imprese.

Sebbene, anche grazie al nostro sollecito, la giunta regionale abbia finanziato tutti gli interventi dell’ultimo anno, siamo di fronte a interventi finanziari non risolutivi (anche se importanti per ripristinare alcuni tratti di costa). Grazie a noi l’attenzione è rimasta alta ma dobbiamo fare di più e meglio. Ad oggi sono stati finanziati gli interventi di urgenza; penso che siano buchi nella sabbia che curano gli effetti ma non rimuovono la cause. In questi 5 anni mi sono battuto anche per il problema dell’erosione costiera, naturale ed indotta. Ho presentato molti atti, anche per non peggiorare la situazione , ho partecipato ad eventi e convegni ma, sopratutto, ho fatto diversi sopralluoghi in tutta la regione.Bisogna vedere con i propri occhi per comprendere e rendersi conto della gravità della situazione. Studio, ascolto dei cittadini, degli esperti, confronto con aziende e conoscenza diretta per deliberare nel miglior modo possibile, questo dovrebbe essere il buon metodo della politica. MANI PULITE MA SCARPE SPORCHE

Un giorno vi racconterò qualche aneddoto sulle scarpe sporche dopo visite agli impianti di gestione dei rifiuti, sulle spiagge, in cave minerarie per il problema Tallio ecc…

Torniamo al tema. Oggi è stata resa pubblica una ricerca che rivela dati impressionanti. In circa 50 anni l’Italia ha perso dai 35 ai 40 milioni di metri quadri di coste, spiagge e arenili, un danno al sistema Paese che si aggira sui 45 miliardi di euro. Lo rileva una ricerca svolta da BlueMonitorLab, il centro studi sulla Blue Economy in Italia (quella sull’economia del mare), sulla base dei dati e degli studi elaborati dalla start up Corema Spiagge.Effettuando una proiezione sui prossimi dieci anni, il fenomeno erosivo è destinato ad accelerare in modo esponenziale.Il ridotto apporto dei sedimenti al mare e l’irrigidimento dei litorali hanno determinato negli ultimi decenni importanti e preoccupanti cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità degli arenili, a cui consegue un progressivo arretramento delle spiagge fino a minacciare la sicurezza di abitati e infrastrutture. Gli effetti più eclatanti si osservano soprattutto dopo il manifestarsi di mareggiate, che sono di per sé fenomeni potenti, ma che dimostrano anche come sia aumentata la vulnerabilità del sistema sedimentario costiero. Infatti, su molti tratti, ormai basta un singolo evento per provocare decine di metri di arretramento della linea di riva. Ci sono alcune notizie positive però: con il nuovo decreto semplificazioni verranno semplificate le procedure in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, inclusi gli interventi contro l’erosione costiera e il Ministro Sergio Costa ha anche avviato il piano contro l’erosione costiera, l’osservatorio nazionale e destinato nuove risorse. Nonostante, i mille ostacoli, la tecnologia sull eco-dragaggio sta prendendo piede grazie anche all’investimento statale.Ora la partita è da giocare insieme alle Regioni, dobbiamo ”spingere” affinchè questo tema diventi centrale tutto l’anno e non solo nella stagione delle mareggiate. Non molliamo.

Inchiesta rifiuti, Giannarelli (M5S): “Conferma definitiva del malaffare, in Ato manca il Piano anticorruzione”


Inchiesta rifiuti, Giannarelli (M5S): “Conferma definitiva del malaffare, in Ato manca il Piano anticorruzione”
“Le ultime notizie sull’inchiesta riguardante la gara d’appalto ATO Toscana Sud rifiuti per il gestore unico sono conferma definitiva del malaffare che il sistema creato da PD”

Le ultime notizie sull’inchiesta riguardante la gara d’appalto ATO Toscana Sud rifiuti per il gestore unico sono conferma definitiva del malaffare che il sistema creato da PD – Art.1 ha consentito e tollerato in ambito rifiuti.

 Una gara da 3,5 miliardi “clamorosamente truccata” “inquinata da conflitti di interesse e dalla corruzione” nasce in un contesto normativo ed esecutivo con delle responsabilità politiche e amministrative chiare” così Giacomo Giannarelli, Presidente del gruppo consiliare regionale M5S, in conferenza stampa.

“A questo proposito vi diamo una notizia– ha aggiunto il Cinque Stelle – emersa dal lavoro del Movimento 5 Stelle locale e regionale sul tema. ATO Toscana Sud manca di due atti fondamentali nel contrasto alla corruzione: il Piano Anticorruzione e la Carta della Qualità dei Servizi, strumenti di controllo dei cittadini e della politica su questi servizi pubblici locali, in particolare quando vanno a gara per cifre come 3,5 miliardi”.

“La legge 190/2012 impone agli enti locali misure di repressione e prevenzione dei fenomeni corruttivi, come appunto questi due atti assenti in ATO Toscana Sud. La loro mancanza richiama una responsabilità politica e amministrativa grave – legata al quadro corruttivo oggetto dell’inchiesta – da parte dei rappresentanti istituzionali in ATO Toscana Sud. In primis i Comuni “capofila” – Siena, Arezzo e Grosseto – ma anche la Regione Toscana. Non dimentichiamo che la Regione ha creato il sistema di gestione a tre macroATO, indicato in ATO Toscana Sud il modello da esportare negli altri due ambiti e ha funzioni di controllo dell’intero sistema” ha specificato Giannarelli.

“Qui si sono dimenticati il Piano Anticorruzione e la Carta della Qualità dei Servizi, si sono dimenticati di rilevarne l’assenza e c’è un’indagine penale proprio per corruzione sull’attività principale realizzata: la gara per il gestore unico. Ovviamente la maggior responsabilità politica di questo quadro è in capo a PD e affini. L’ultimo rapporto ISPRA certifica a proposito un dato inquietante: viene segnalata la “possibile correlazione” tra il basso tasso di raccolta differenziata in ATO Toscana Sud e l’alto tasso di impianti di incenerimento e discarica. In quest’area abbiamo quattro inceneritori – Arezzo, Castelfocognano, Scarlino e Poggibonsi – più due discariche (Terranova Bracciolini e Civitella Paganico), e il gestore fa una raccolta differenziata intorno al 30%. Il conflitto di interessi dove non c’è separazione tra chi gestisce gli impianti di smaltimento e chi gestisce la raccolta ha portato a questo risultato. Con una raccolta differenziata alta infatti questi impianti non servirebbero. Ne è riprova che in ATO Toscana Sud si brucia circa la metà dei rifiuti inceneriti in Toscana. Un cortocircuito che porta i cittadini a pagare la bolletta più cara d’Italia, a fronte di un servizio nei numeri pessimo. Tra l’altro la Provincia peggiore in termini di raccolta differenziata è quella di Grosseto, che ci risulta guidata fino ad ottobre 2014 dall’attuale capogruppo PD Leonardo Marras” ha precisato il Cinque Stelle.

“I rifiuti sono indubbiamente il più grande fallimento di governo PD (e “diversamente PD” Rossi) in Toscana” ha sottolineato il vicepresidente del gruppo M5s Toscana “hanno creato un sistema fallimentare, guidato da figure apicali legate al partito, in diversi casi finiti sotto inchiesta. Su ATO Sud ne cito due: l’ex parlamentare Fabrizio Vigni, per quanto commesso da presidente di Sienambiente; Moreno Periccioli, ex assessore regionale, per quanto commesso da Presidente di Scarlino Energia”

A margine della conferenza stampa, Giannarelli ha chiuso con una battuta: “abbiamo visto questa settimana la grande attenzione del PD su Cantone. Forse si riferivano a Cantone Raffaele, responsabile dell’Autorità Anticorruzione. Capiamo nel caso la preoccupazione. Perché non rispondono su questo scandalo rifiuti? Spieghino perché i cittadini in ATO Sud pagano la tassa più alta d’Italia in ATO Sud e perché nei ruoli apicali del sistema rifiuti toscano troviamo figure del loro partito che sono sotto inchiesta. Come sempre a pagare gli errori e orrori di PD e affini ci sono cittadini e lavoratori: il caso Castelnuovese, con 50 persone mandate a casa, ne è lo specchio. E parliamo di un azionista di Sei Toscana. Anche lì il PD potrebbe spiegarci il perché”.